Il maestro Antonello da Messina è in mostra fino al 10 febbraio 2019 presso la Galleria regionale di Palazzo Abatellis. Noi ci siamo andati e siamo pronti a mostrarvela.
Si tratta di una rassegna monografica dedicata al pittore siciliano Antonello da Messina: un percorso cronologico che ci fa capire il legame tra l’artista e la sua Sicilia. Il contesto, tutto mediterraneo nel quale operava, risalta costantemente all’occhio e traspare da ogni sua opera.
Il progetto è inserito nel cartellone degli eventi di Palermo Capitale della Cultura 2018 ed è stato organizzato dalla Regione Siciliana, in collaborazione con l’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, da MondoMostre, con la partecipazione di Città di Palermo.
Nella storica e splendida cornice di Palazzo Abatellis, andiamo a scoprire le opere del pittore rinascimentale.
Difficile ricostruire la vita del pittore. Le testimonianze a noi note sono pervenute quasi esclusivamente grazie a due siciliani: Gioacchino di Marzo e Gaetano La Corte Cailler che trovarono documenti nell’archivio prima del terribile terremoto di Messina che distrusse ogni cosa.
La nascita dell’artista è collocata al 1430, mentre la morte di Antonello da Messina è avvenuta tra il 14 ed il 25 febbraio del 1479.
La Sicilia nel ‘400 era un centro essenziale del Mediterraneo, soprattutto per le reti mercantili di cui Alfonso “Il Magnanimo” fu promotore. Il numeroso traffico di uomini e merci fu da stimolo per il pittore dell’epoca, perché inevitabili erano gli scambi anche culturali. Messina era polo di riferimento per Venezia, nelle rotte che poi si diramavano da Londra a Bruges e verso i porti dell’Oriente e del Nord-Africa. Ciò ha aperto le porte all’influenza franco-fiamminga.
Il giovane Antonello da Messina, si formò a Napoli ove, durante il breve regno di Renato d’Angiò (1438-1442), si manifestò l’influenza della Borgogna e segnatamente l’attività di Barthèmly d’Eyck agiò su Colantonio, presso la cui bottega Antonello imparò le prime tecniche.
Nel frattempo, durante il regno dell’Aragonese Alfonso, aprirono molte botteghe in Sicilia, con la presenza di artisti e architetti catalani, oltre che veneziani e francesi. Questa congiuntura artistica e culturale bisogna tenerla presente al fine di apprezzare la capacità di Antonello da Messina, che come una spugna ha assorbito e rielaborato nel suo stile unico.
Tra pitture, pale d’altare e ritratti la mostra ci permette di immergerci al tempo dell’epoca.
Più di ogni cosa sorprendente nello stile di Antonello da Messina è la chiarezza e perfezione delle linee e delle proporzioni. Nella sua semplicità delle immagini si apprezza immediatamente la cura nel dettaglio e la perfezione di ogni particolare.
Dai paesaggi che si scorgono lungo le finestre agli occhi profondi ed espressivi di ogni ritratto. Un continuo gioco di luci e colori che stupisce ad ogni opera.
Dettaglio quanto mai interessante lo si ritrova soprattutto nei ritratti. Antonello da Messina ricerca la verità stereometrica e luministica, insieme all’indagine psicologica e alla resa emotiva e sembra sempre riuscirci perfettamente. Sempre raffigurati con il viso a ¾,mai di profilo né frontali.
Lo sfondo ad unica tinta che permette allo spettatore di concentrarsi sul volto. I contorni della figura spesso si confondo con lo sfondo. Ma è proprio qui che emerge tutta la bravura dell’artista, ancor più sorprendente se si pensa al tempo in cui fu concepita. Nonostante contorni e sfondo abbiano lo stesso colore, l’artista riesce a tracciare una linea netta di confine tra l’uomo ritratto e lo sfondo che lo costituisce, grazie alle diverse tecniche utilizzate: nero opaco-nero lucido.
Così è nell’opera, a nostro avviso, più sorprendente di tutte: “Ritratto d’Uomo ignoto”, anche detto “ritratto d’ignoto marinaro”. Si dice che la tavola proveniva da Lipari e appartenuta alla famiglia Parisi, che l’aveva utilizzato come sportello di un mobiletto da farmacia. Al tempo, il dipinto presentava un vistoso sfregio frutto di chissà quale atto vandalico o forse banalmente dovuto ad un incidente domestico, se si considera l’uso che si faceva della tavoletta. La vicenda quasi leggenda, fu ulteriormente arricchita con la tradizione locale che lo fece diventare marinaio.
Da ogni studioso viene sempre sottolineata la sicilianità dell’uomo ed il suo mezzo sorriso è diventato emblematico. Questo dipinto potrebbe dirsi dunque la Gioconda di Antonello da Messina. Chi era costui? Leonardo Sciascia scrisse nel 1967: “A chi somiglia l’ignoto del Museo Mandralisca? Al mafioso di camoagna e a quello dei quartieri alti, al deputato che siede sui banchi della destra e a quello che siede sui banchi della sinistra, dal contadino al principe del foro”.
Un’opera sorprendente che con il suo sguardo ti tiene incollato alla teca.
Impossibile descrivere una ad una le opere presenti in questa mostra di eccezione. Dal polittico di San Gregorio alla preziosissima Annunciata, non vi resta dunque che andare a vederla.
Vogliamo stuzzicare la vostra curiosità con questo dettaglio tutto da scoprire nel corso della mostra. Trovatelo e scoprite di cosa si tratta. Indizio: Siamo sicuri che sia Antonello da Messina?
(Artwave)